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Nevegàl, il lago costerà 1,2 milioni: ecco dove verrà realizzato

BELLUNO La realizzazione del lago artificiale in località La Grava sul Nevegàl potrebbe costare attorno al milione 200 mila euro. Ricavato in una piccola conca naturale che Vaia ha liberato in parte da abeti, potrebbe ospitare 27 mila metri cubi di acqua, alcuni dei quali potrebbero arrivare dall'acquedotto che arriva alle vasche dei Coi de Pez. Il progetto di fattibilità del bacino artificiale sul Nevegàl è stato presentato ieri mattina, dall'assessore al Lavori pubblici Biagio Giannone, dall'ingegner Andrea Gobber di Monplan Ingegneria di Fiera di Primiero, alla presenza dell'architetto Carlo Erranti, dirigente del settore tecnico di Palazzo Rosso.

LE FINALITÀ
Tre le finalità che si potranno attribuire all'invaso: «La finalità primaria è la prevenzione degli incendi boschivi ha esordito l'assessore Giannone -, visto che abbiamo ancora molto legname caduto con la tempesta Vaia, anche se molto è già stato recuperato e portato via». L'ingegner Gobber, ha aggiunto durante la sua minuziosa relazione che il bacino, così come è stato ipotizzato, garantirebbe anche una finalità ricreativa estiva, nonché la possibilità di poterlo sfruttare come risorsa idrica per, eventualmente, produrre neve artificiale sulla ski area. La tempistica non è stabilita, ma trattandosi di un'opera pubblica si scongiurano le calende greche.

L'ITER DI CONTATTI
«Interessata la maggioranza ha affermato Giannone verrà informata anche la Provincia e poi ci attiveremo per portare la questione in Regione Veneto, agli assessori competenti Gianpaolo Bottacin e Federico Caner, seguendo la scala gerarchica». C'è da ricordare che l'assessore ai Lavori pubblici Giannone è anche il referente del progetto antispopolamento Ronce 2020, ideato e portato avanti dall'associazione Belluno Alpina e da altri componenti. Una delle ipotesi progettuali era proprio quella del lago.

INVASO ARTIFICIALE
A descrivere gli studi eseguiti, mostrando planimetrie e file, ci ha pensato l'ingegner Andrea Gobber di Monplan. Prima di tutto ha inquadrato la location, quindi la porzione di territorio tra il piazzale del Nevegàl, il monte Faverghera e il Col Toront. Poi ha descritto le ipotesi del passato di invasi artificiali, poiché «l'alpe è una zona che, storicamente, ha manifestato problemi di scarsità idrica con l'impossibilità di un accumulo di acqua legata ai motivi di antincendio», ha affermato l'ingegber Gobber. «Ci siamo orientati in località La Grava ha comunicato Gobber -. Diversi i vantaggi a livello geomorfologico e di localizzazione anche ai fini di approvvigionare il lago, sfruttando il sovrappiù che proviene dall'acquedotto».

UN ASPETTO NATURALE
L'invaso avrebbe una forma piuttosto semplice, «riducendo al massimo l'aspetto artificioso». Sarebbe realizzata attraverso lavori di scavo e riporto. Una serie di sub opere garantirebbero «sicurezza idraulica e la possibilità di monitorare la tenuta del manto impermeabile». All'interno di un tunnel che corre sotto gli argini verrebbero inserite pompe e tubazioni per offrire «la massima garanzia di durabilità e sicurezza». Non mancano una serie di drenaggi «che servono a captare le acque del sottosuolo». L'ingegnere ha ribadito che la posizione sia strategica, per la possibilità di riempire l'invaso attraverso il sovrappiù dell'acquedotto che dalla Schiara arriva a Belluno e poi sale sul Nevegàl per riempire le vasche da 2000 metri cubi a Coi del Pez.

RISPARMIO ENERGETICO
In termini di corrente elettrica (l'acqua costa 1 euro a metro cubo) il risparmio sarebbe di 27 mila euro, cifra che salirebbe a 40-50 mila euro calcolando anche il costo della manutenzione del sistema di pompaggio. In primavera il lago si riempirebbe presto, in due, tre settimane e in inverno, se ci fossero esigenze di innevamento, questo sarebbe possibile in una settimana al massimo.

Federica Fant - Il Gazzettino

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