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IL FUTURO DEL COLLE
BELLUNO - Se il bando della regione Veneto sul finanziamento

IL FUTURO DEL COLLE
BELLUNO Se il bando della regione Veneto sul finanziamento degli impianti a fune in vista delle Olimpiadi 2026 ha gettato qualche speranza anche tra gli imprenditori e gli operatori che che lavorano sul Nevegàl, c'è chi è alla finestra per capire come muoversi. Tra questi la cordata di soggetti che potrebbe partecipare al bando per la gestione degli impianti di risalita del Colle. L'unica, per ora, che ha scoperto le carte e il cui capofila è Unifarco, la nota azienda farmaceutica di Santa Giustina. Ma, con Unifarco, ci sono altri soggetti pronti a metterci sia la faccia che un contributo economico. Ne abbiamo parlato con l'amministratore delegato, Massimo Slaviero. «Il finanziamento della regione Veneto è una bella occasione, aspettiamo di leggerlo e studiarlo per bene. Certo ammette sarebbe bello. Un'occasione da non perdere». Poi Slaviero fa un passo avanti e sollecita educatamente il «Comune a concludere l'operazione con l'Alpe del Nevegàl», ovvero l'acquisizione degli impianti.

LA STAGIONE
«I tempi stringono. Se si parla di aprire a Natale bisogna farlo quanto prima, perché ci sono parecchie questioni a cui pensare». Tutta la vicenda legata al Colle è intricata. Il sindaco di Belluno Jacopo Massaro si trova fra l'incudine e il martello. Da un lato, infatti, c'è una parte della sua maggioranza che vede di buon occhio l'acquisizione degli impianti, un'altra invece minoritaria - ha sempre dimostrato un'opinione diversa. In mezzo, inoltre, ci si mettono anche le elezioni regionali, con il Partito democratico e la Lega che si incalzano da mesi con proposte di legge, emendamenti e interrogazioni. Maurizio Curti presidente dell'Alpe del Nevegal srl non ha novità sull'acquisizione degli impianti: «Più i giorni passano e più si dilatano i tempi. Come società più di fare le Pec di sollecito al Comune non possiamo. La nostra collaborazione c'è. La società entro settembre convocherà l'assemblea per scioglierla, una operazione che non pregiudica che in tempi brevi il Comune possa diventare proprietario degli impianti. Bisognerebbe fare un backwork planning. Noi dobbiamo iniziare con le manutenzioni entro il 1 ottobre o non si apre. Lo diciamo forti dell'esperienza di 8 anni di attività. Siamo molto preoccupati».

L'ODISSEA
La cronaca dell'ultimo anno descrive, da sola, quanto sia ingarbugliata la matassa. In un primo momento il Comune di Belluno, saputa l'intenzione dell'Alpe del Nevegàl di non volere proseguire con la gestione del comprensorio, pensava di costituire una New.co mista pubblico -privata. Una via di difficile percorrenza: un ente pubblico a fatica avrebbe potuto finanziarla. Così Palazzo Rosso ha poi acconsentito all'idea proposta un anno fa dall'assessore regionale al Turismo Federico Caner di acquisire gli impianti per poi darli in gestione ad una società, tramite gara. Solo in questo modo, infatti, la Regione potrebbe erogare finanziamenti al Comune. E una realtà pronta alla gestione c'è: Unifarco, che tra le varie mission ha anche quella di prendersi cura del territorio in cui è insediata, quindi la Valbelluna. Nel frattempo il Comune di Belluno ha avuto le sue difficoltà nel garantire l'apertura estiva della seggiovia sulla pista Coca, tanto che a metà luglio il sindaco Jacopo Massaro ha proposto che la stessa venisse gestita, per due mesi, dalla Bellunum, in quanto titolare di un impianto a fune, ovvero la scala mobile di Lambioi. La realizzazione di questa ipotesi, tuttavia, non si è dimostrata praticabile.

LA SPERANZA
Ora però la prospettiva del bando regionale getta una luce di speranza. Il tema è d'attualità, più che mai. Su proposta dell'assessore al turismo e all'economia montana, Federico Caner, la Giunta regionale ha approvato ieri un bando pubblico per finanziare nuovi impianti di risalita o interventi di ammodernamento di quelli esistenti. I finanziamenti ammontano complessivamente a 11,7 milioni di euro.

Federica Fant - Il Gazzettino

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