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Rufus: «Nevegal, dal 2012 Massaro non vuol decidere»

LE REAZIONI

BELLUNO «Da 8 anni Massaro balbetta timide frasi su un tema tanto strategico per l'intera città, quanto disatteso a causa dalle mancate scelte. E' ora di dire se il Nevegal sia, assieme al Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, un asset turistico o semplicemente un tema per un'infinita, snervante discussione che sta danneggiando gli operatori coinvolti e stufando anche i cittadini». L'ex assessore al Nevegal, Fabio Bristot Rufus, interviene sulla questione del colle cittadino e mette più di qualche puntino sulle i della gestione Massaro. «Negli ultimi decenni - spiega il consigliere - c'è stato un esborso di risorse assolutamente significativo, anche se non sempre corrispondente ad un piano organico e, soprattutto, senza un interlocutore privato in grado di offrire continuità». «Oggi come allora - spiega - servirebbe un investimento di tipo strutturale, che il Comune non è in grado né di pensare né di fare. Un'opera che attraverso le stazioni di pompaggio realizzate all'Anta, San Mamante e Col de Gou sollevavano l'acqua dalle falde della Piave alla vasca di Col dei Pez. Con questo intervento costato decine di riunioni e il lavoro serrato di mesi, si risolveva, l'annosa questione dell'approvvigionamento idrico, e si può realizzare un bacino per l'innevamento programmato». «Nell'estate del 2012 - ricostruisce Bristot - feci un incontro con Zaia e Curti sulla possibilità di realizzare il laghetto con il concorso di Regione e Comune di Belluno. Incontro il cui esito che riferii fedelmente al sindaco rappresentava un'opportunità reale per smuovere le acque sul Nevegal. Sto ancora aspettando una risposta dal sindaco». «Serve un piano industriale modulare - traccia la rotta Rufus - che consideri cioè le priorità inderogabili degli interventi a cui, in un momento successivo, si aggiungono azioni successive che devono però avere anch'esse una cornice rigorosa. Tra questi interventi prioritaria diventa allora la realizzazione di un bacino o di un invaso. L'innevamento deve esser fatto con solerzia quando le condizioni climatiche lo permettono, senza aspettare decine di giorni per avere mezza pista forse innevata». «Le do una cifra sulla quale riflettere - spiega ancora Bristot - circa 2 milioni di euro sono stati persi, per le tardive scelte sulla discarica di Cordele, dove il trattamento del percolato costa alla collettività oltre 400 mila euro l'anno. La solita giustificazione del sindaco non ci sono soldi non basta, perché bisogna anche evitare di gettarli nel tombino»

Federica Fant - Il Gazzettino

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