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IL FUTURO DEL COLLE
BELLUNO L'atto politico dell'acquisizione degli impianti

IL FUTURO DEL COLLE
BELLUNO L'atto politico dell'acquisizione degli impianti che formano il comprensorio del Nevegàl c'è. Ora rimangono alcune incognite, che sono al vaglio dei tecnici. Ci sono, si diceva, diverse questioni da risolvere. Primo: individuare un gestore, tramite bando. Pare che questo avverrà a gennaio. Il secondo interrogativo riguarda gli impianti: servono 10, 15 anni per poter pensare a investimenti a lungo termine. Ecco che si arriva alla terza questione: dotarsi di un piano di investimenti, ma il piano a chi spetterà? Solo al aggiudicatario? O, in parte, anche alla proprietà , quindi al Comune? A chi spetteranno gli oneri dei rinnovi delle autorizzazioni e le concessioni col demanio? Appare chiaro che questi siano gli snodi cruciali per il futuro del Colle. Ieri sul tema è intervenuto anche il coordinatore provinciale di Forza Italia, Dario Scopel: «Senza un piano industriale di prospettiva le buone intenzioni sono destinate a naufragare ancora una volta». Che ne sarà del Nevegal? «Qual è la sua collocazione in un piano complessivo di sviluppo, anzitutto turistico ma non solo, della città e del comprensorio? Chi e con quali risorse affronterà l'ingente piano di investimenti necessari nei prossimi anni? E come, soprattutto, rendere economicamente sostenibile la gestione del Colle?» Sono queste e domande che pone Scopel.

IL GIORNO DOPO
Il giorno dopo la decisione del consiglio comunale di Belluno di accantonare la somma necessaria al riacquisto degli impianti nel 2022 gli interrogativi sul tavolo rimangono molti. «Il problema non è certo solo quello della cifra necessaria a riportare nella proprietà del Comune gli impianti, poco più che simbolica, vista la stima di acquisto inferiore ai 150 mila euro», commenta il coordinatore provinciale di Forza Italia che sottolinea: «La vera questione da affrontare, su cui l'amministrazione Massaro ha sinora glissato, - aggiunge il coordinatore azzurro - è quella relativa a un piano strategico concreto e dettagliato di sviluppo del Colle, che tenga conto di tutte le componenti e le variabili necessarie. Il sindaco di Belluno ha invocato l'intervento finanziario della Regione del Veneto, ma credo sia doveroso mettere per tempo sul piatto l'idea che l'amministrazione ha del futuro del Nevega». Le domande, su cui anche i cittadini si interrogano da tempo, sono molte. «Che rilevanza avrà l'offerta sciistica invernale, tenuto conto anche dell'evoluzione climatica chiede Scopel -? A chi dovrà essere destinata l'offerta turistica del Colle? Con quali servizi e quali caratteristiche? Come può essere potenziata in maniera efficace la promozione del pacchetto estivo, anche coinvolgendo gli operatori privati? Ancora, che cosa rappresenta e potrà rappresentare in futuro per i Bellunesi il Nevegal? Per non parlare della cronica carenza di posti letto che penalizza la proposta turistica». Restando all'ambito sciistico ed invernale, di più stretta attualità , le incognite non mancano. «Dopo anni di tira e molla, con rapporti spesso tesi con il soggetto privato che ha gestito gli impianti nei tempi più recenti, è giunta l'ora di fare un salto di qualità e pensare a una programmazione di ampio respiro», rilancia Scopel.

DEMANIO SCIABILE IN SCADENZA
«La concessione per il demanio sciabile è in scadenza; gli impianti sono per larghi tratti obsoleti e necessitano di interventi sostanziosi, che richiederanno alcuni milioni di euro. Pensare, in una situazione di questo tipo, di cercare semplicemente un soggetto terzo a cui affidare la gestione (a patto di trovarlo), senza un piano industriale preciso di rilancio e investimenti rischia di rivelarsi un vero e proprio boomerang. Trovo singolare per non dire inopportuno che dopo 10 anni in cui non si è fatto nulla si arrivi ora - guarda caso a pochi mesi dal voto - a trovare questa soluzione che giocoforza impegnerà la prossima amministrazione comunale», conclude Scopel.

Federica Fant - Il Gazzettino

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